INTRODUZIONE DELLA GALLERISTA
Correva l’anno 2019, era il 12 giugno per l’esattezza, e nasceva nel “budello” di Alassio un progetto chiamato “ÀrtEmy”: era il sogno di sempre di una bambina che prendeva forma e colore, un laboratorio d’arte sul mare che avrebbe accolto persone speciali, unite dalla voglia immensa di creare, di crescere, di diventare consapevoli della propria vera natura di artisti, di esporre e di condividere quella magia che solo dall’Arte può nascere.
ÀrtEmy era alla ricerca di una luce, di un qualcosa di realmente affine al sogno di quella bimba, ma nonostante la bravura degli artisti che si proponevano, c’era ancora un sentore di vuoto. Mancava qualcosa.
Non conoscevo ancora Rudy Mascheretti, di persona intendo, sapevo solo ciò che tutti sanno in Alassio, e cioè che se vuoi una cosa bella devi rivolgerti a lui, e che in ogni luogo si trova una sua opera!
Grazie al consiglio di un amico in comune, decisi di incontrare questo famoso artista e prendemmo un appuntamento in galleria. Sinceramente, lo confesso, ero un pochino prevenuta, non amo la fama e ciò che essa genera nelle persone, e temevo di trovarmi di fronte un altezzoso personaggio per di più artista eclettico ben conscio della sua bravura e delle sue potenzialità, che avrebbe riso del mio piccolo grande sogno.
Arrivò quel giorno, e fu così che in una quasi sera di mezza estate, Rudy Mascheretti entrò da quella porta, lasciando questa diffidente gallerista stupita e incredula per la persona inaspettata, semplice e umile nella sua straordinaria eleganza innata, che si era trovata di fronte.
Sorriso sicuro ma rispettoso, modi di fare che nulla avevano della supponenza che avrebbe potuto lecitamente ostentare, e finalmente quelle parole che finora nessuno aveva saputo dire. Non rise affatto del mio piccolo grande sogno…
ÀrtEmy trovò la sua anima, e Rudy Mascheretti trovò in ÀrtEmy forse il modo giusto per indirizzare e ordinare il suo colorato dirompente irrequieto impeto di artista davvero unico nel suo genere.
Sono passati mesi, in cui poco per volta sono entrata nei più piccoli e nascosti angoli del suo modo di dipingere, nei meandri delle sue aspettative artistiche, e credo di poter affermare che il suo modo di giocare con la sua arte sia davvero un dono che pochissimi hanno, un dono prezioso che ha il dovere di condividere e di far conoscere al mondo, e l’ho convinto a pubblicare questa sua monografia, perché tutti i sognatori come me, tutti quelli che credono ancora nelle emozioni a colori, che si perdono nel profumo di una tela creata ancora come nelle botteghe d’arte di una volta e dipinta come pochi sanno fare, possano anch’essi trovare in Rudy Mascheretti quel tocco di colore che magari ancora mancava nella loro vita.
In questi mesi, mentre vedevo nascere sotto i miei occhi quei quadri poi splendidamente esibiti sulle pareti della galleria, Rudy Mascheretti mi ha concesso di assistere in punta di piedi alla sua vita di artista, ma mi rendevo conto che pur affascinante e coinvolgente, della sua vita artistica conoscevo solo il presente.
E il suo passato?
Mi mancava il suo passato. Credo che chi voglia davvero immergersi nell’animo di un artista per poter apprezzare nel modo più completo possibile la sua arte, debba tornare indietro nel tempo e andare a spiare nei cassetti dei luoghi dove ha nascosto ciò che lo ha reso quello che oggi è diventato.
È iniziata così una caccia agli schizzi, ai lavori di accademia, alle notizie sparse negli scaffali, alle vecchie brochure e pubblicazioni. Non immaginate la bellezza di ciò che è saltato fuori! Quei fogli di lavoro, quei tratteggi lasciati lì come se dovessero ancora essere finiti ma già così pieni di vita, e poi le frasi che accompagnavano le bozze dei futuri quadri… Insomma, avrei voluto esporre tutto in galleria! Ma non mi sarebbero bastate le pareti di un intero palazzo! E la cosa sconvolgente sapete qual’è stata? Il sentirmi dire da questo straordinario artista, con una indifferente alzata di spalle ed un bel sorriso ingenuo, la frase: “Ma sono solo semplici schizzi”…
Alla faccia degli schizzi! Comunque, per fortuna, ho ottenuto che qualcuno di questi capolavori fosse inserito in questa monografia, e quindi giudicate voi!
Continuava la mia ricerca degli indizi, e poco per volta ecco venire fuori il percorso di Rudy Mascheretti, la sua formazione, le sue scelte, i suoi periodi artistici e l’evoluzione delle sue tecniche.
Dalle parole di coloro che hanno accompagnato i suoi passi, da quelle delle persone che hanno avuto molta importanza nella sua vita, e dal bel lavoro fatto su di lui da veri professionisti e critici d’arte, ecco chi è Rudy Mascheretti.
Quando vedo un quadro di questo artista rivivo una strana emozione che nasce da quei tratti colorati e armonici che sembrano provenire da un luogo senza tempo e senza spazio. È quel luogo che tutti noi abbiamo dentro, ma che pochi riescono a vedere libero e senza nebbia.
La pittura di Rudy Mascheretti è pulita. Sembra un suono. Una musica dipinta con la folle fantasiosa armonia di colori abbinati come in un sogno che danzano liberi in forme ordinate ma forti su di una tela che già essa è un bel quadro. Un insieme di note immaginate che ognuno sente a modo suo, che sembrano create apposta per chi si perde davanti a quel mare, a quel gabbiano, a quelle vele, a quelle forme di bellezza controluce, a quei volti, a quei cavalli, a quelle lattine accartocciate che, dal rifiuto che erano, sono rinate splendidamente a nuova vita.
La pittura di Rudy Mascheretti ti lascia qualcosa che non si dimentica, perché si sente l’impeto libero della sua passione che trova sempre la forma giusta per esplodere.
Una continua provocazione, ma così leggera e rispettosa da sembrare una carezza.
La forza ma anche la delicatezza estrema dei suoi tratti convivono e si armonizzano magicamente per creare un’emozione completa che sembra appartenere a tutti i nostri sensi. Chi ha un quadro di questo artista, si accorge che non è solo colore e forma, ma percepisce anche il vero profumo di una bottega d’arte, ascolta l’armonia di chi sa “dipingere la musica e suonare la pittura”, e accarezzando una tela sente in quella ruvida eleganza lo spessore e la grazia di un qualcosa che al giorno d’oggi solo pochi sanno veramente percepire e amare.